Amazing Grace – Opere per Organo di Grimoaldo Macchia

23 août 2021

Organista: Giorgio Parolini
Organo: Chiesa di S.Anastasia di Villasanta
Motette – CD – DDD – MOT15040 – 2021

Già da qualche anno (quattro, per l’esattezza) attendevamo una nuova produzione interamente dedicata alle opere di Grimoaldo Macchia e, dopo le precedenti tre (apparse nel 2011, 2013 e nel 2017) ecco che è arrivato l’ultimo CD che abbiamo ascoltato con molto interesse ed altrettanta curiosità. Chi ci segue in quest’avventura editoriale avrà notato che è nostra abitudine -quando possibile- « seguire » le avventure musicali dei giovani compositori ed organisti, sottolineandone la crescita musicale e l’evoluzione stilistica. Per qualcuno abbiamo apprezzato straordinarie carriere musicali, per altri qualcosa meno, ma quello che abbiamo potuto constatare è che -di norma- sono i musicisti più « curiosi » che hanno conseguito i migliori risultati. Per « curiosità », ovviamente, noi qui intendiamo la voglia di conoscere, di imparare sempre, di scoprire nuovi modi espressivi, e quando tutto questo si va a coniugare con un background « ben fatto » e di solida fattura i risultati sono spesso di ottimo livello. Ovviamente, anche la personalità (non solo musicale) gioca un suo ruolo in questo processo di evoluzione e nel caso di Grimoaldo Macchia non possiamo non apprezzare (nei dieci anni trascorsi dall’apparizione del suo primo disco) una maturazione semantica ed una consapevole evoluzione stilistica che, pur lasciando inalterate le fonti ispirative, ne arricchisce il linguaggio con una più piena consapevolezza delle strutture formali (trattate con molta più proprietà e, talora, sobrietà) ed una « raffinazione » della scrittura, che risulta più « solida », precisa ed incisiva.
Il titolo del disco deriva dal brano iniziale, che è la « Toccata on Amazing Grace » a cui segue l’ « Evocation and Chorale on Eventide », le 12 Variazioni della « Partita-Suite su Abide with me », la « Toccata en Koraal over Vom Himmel hoch », la « Christmas Pastorale », la « Stille Nacht Suite » in cinque movimenti, « In Paradisum », la « Choralfantasie Christ ist Erstanden » « Aus den Meditations sur le thème Regina Coeli » (trascrizione di un’improvvisazione), la « Paraphrase on Antiphona Ave Maria », la « Schweitzerland Suite über Lobe den Herren » (anch’essa in cinque movimenti), il Corale « Mein Herr und mein Gott », lo scherzo « The flight of the Bumblebach » ed, infine, la « Toccata Mexicana über Cielito Lindo ».
Come si può vedere, la carne (musicale) al fuoco è molta e, sinceramente, il rischio di bruciarne qualche pezzo era alto, anche perché gli stili ed i linguaggi che Macchia utilizza per i brani sono davvero tanti ed assai impegnativi (Preludio, Scherzo, Canzona, Toccata, Ricercare, Duo, Trio, Passacaglia, eccetera); quello che possiamo dire dopo aver ascoltato il disco è che, sicuramente, il suo recente periodo di attività professionale e di studio in Svizzera gli ha giovato molto, rendendo solidamente robuste le sue idee musicali ed affinandone in modo assai preciso le possibilità espressive. In effetti, nei vari brani che abbiamo ascoltato abbiamo potuto notare una notevole consapevolezza nel trattare con proprietà e precisione le varie forme musicali, un grande equilibrio nell’affiancare stili e modalità espressive molto diverse tra di loro ed un approccio alla scrittura che, pur non rinunciando mai all’utilizzo di stilemi assai « moderni » tratti da generi musicali anche spesso antitetici (Jazz, Latina, Fusion…) con la letteratura organistica « classica », riesce ad inserirli ed « omogeneizzarli » in un discorso musicale che, prendendo anche molti spunti dalla produzione organistica statunitense contemporanea, non perde mai di vista le caratteristiche tecniche, foniche, timbriche ed espressive proprie di uno strumento fondamentalmente « liturgico » quale è l’organo.
Personalmente, abbiamo apprezzato molto l’ « Evocation and Chorale on Eventide » per la sua forte caratterizzazione armonica e per le sue atmosfere britannico-statunitensi e la « Partita-Suite su Abide with me » dove il materiale tematico si snoda attraverso le diverse variazioni in un caleidoscopio di timbri, stili e suggestioni tra cui a nostro parere molto apprezzabili la « Canzona » e l’ « Improvvisazione ». Assai gradevole ed in stile con la produzione nordeuropea (in particolare olandese) contemporanea è la « Toccata su Vom Himmel hoch » mentre « In Paradisum » è giocato sui timbri -ormai desueti- del Concerto Viole. Molto interessante è per noi stata la Fantasia-Corale su « Christ ist Erstanden » dove troviamo un excursus di stilemi spiccatamente « contemporanei » arricchiti da formulazioni contrappuntistiche elaborate e spesso dissonanti. Le « Meditations sur le Regina Coeli » sono invece la gradevole -ed interessante- testimonianza dell’arte improvvisatoria dell’autore ed è in questo pezzo che, lasciando per un attimo da parte il « mestiere » e le « suggestioni » stilistiche di varia estrazione, troviamo il vero ed autentico Grimoaldo Macchia e le sue più profonde e personali ispirazioni; è questo -a nostro parere e per questo motivo- il brano migliore del disco. Molto apprezzabile, anche se assai meno « ispirata » ed in alcuni tratti anche un po’ « di routine », abbiamo trovata la Suite « Svizzera » su Lobe den Herren.
L’interprete, Giorgio Parolini, è sicuramente uno dei più affermati e quotati organisti attivi sulla scena internazionale. Pianista, organista e cembalista di valore, egli può vantare la frequentazione di prestigiosi corsi di perfezionamento con i più grandi maestri europei ed un’attività artistica di tutto rispetto, che lo ha visto apprezzatissimo interprete alle consolles dei più famosi strumenti del Mondo e nell’ambito delle migliori rassegne organistiche. Interprete eclettico ma assolutamente rigoroso nell’approccio musicologico ai vari tipi di repertorio, si dedica anche, con interesse e lusinghieri risultati, alla musica contemporanea (non solo organistica) di cui è ormai uno dei migliori interpreti a livello europeo, avendo al suo attivo anche la presentazione di diverse « opere prime » di compositori non solo italiani ma, anche, europei tra cui Bédard e Rogg. Al suo attivo, oltre alle « live performances », anche l’incisione di alcuni pregevoli dischi e diverse registrazioni radiofoniche per prestigiosissime emittenti tra le quali anche Radio Vaticana. Dotato di un’eccellente tecnica e di una grande capacità di analisi musicologica, egli in questo disco riesce a dare alle varie sfaccettature delle opere di Macchia il giusto risalto e la dovuta importanza (e, talora, imponenza) sfoderando -quando serve- un robusto virtuosismo che (ed è, secondo noi, cosa buona e giusta) non travalica mai i confini dell’effetto fine a se stesso, così come è assai apprezzabile la sua abilità nell’andare a scovare tra le pieghe di queste partiture il « senso » che l’autore ha voluto loro dare e proponendocelo in modo semplice, gradevole e molto curato. Ottima, ovviamente, la scelta delle registrazioni, peraltro resa assai agevole (e per certi versi anche « sofisticata ») dalle caratteristiche fonico-timbriche dell’organo utilizzato per l’incisione.
Dell’organo della chiesa di S.Anastasia di Villasanta abbiamo già più volte parlato in occasione di precedenti altre recensioni ed anche in questo caso non possiamo che ribadire il fatto che, attualmente, esso rappresenta una delle migliori realizzazioni dell’organaria italiana recente. Con le sue quattro tastiere e pedaliera che azionano sette sezioni suddivise su tre corpi, quest’organo, realizzato nel 2012 da Bonato su progetto fonico di Paolo Oreni, conta un totale di 91 registri nominali e rappresenta una delle migliori « sintesi allargate » dell’organaria italiana contemporanea dove, a fianco di uno « zoccolo duro » rappresentato dai timbri propri e più rappresentativi dell’organaria classica italica, troviamo -perfettamente integrate- sonorità che richiamano le scuole francese, tedesca e britannica. Il tutto per uno strumento oltremodo versatile (qualche anno fa lo si sarebbe considerato un organo « eclettico ») che mette a disposizione dell’organista una tavolozza timbrica assai estesa ed oltremodo variegata che consente l’esecuzione di un repertorio vastissimo in cui ogni scuola musicale può trovare adeguata soddisfazione.
Molto accurata, precisa e con ottimo ambiente è la presa di suono, così come il successivo lavoro di editing e post-produzione, tutto effettuato da Fabio Framba che, oltre ad essere un eccellente ingegnere del suono, ha dalla sua anche il grande ausilio di essere un bravo musicista (Organista e Direttore di Coro) il che, quando si affrontano sessioni di registrazione in cui ci si deve confrontare con autori ed esecutori con specifici « desiderata », non guasta. In questo caso risultano molto ben sottolineate le varie sonorità e le particolari « nuances » di uno strumento veramente importante così come gli insiemi, anche quelli più grandiosi e « ridondanti », risultano sempre molto ben equilibrati senza perdere nulla della loro incisività.
Assai gradevole è la veste grafica che presenta -finalmente!- un libretto pieno, corposo (70 pagine), ricco di informazioni ed assolutamente esaustivo con testi dell’autore molto approfonditi e di gradevole lettura; il tutto (cosa oltremodo apprezzabile rispetto a tante altre produzioni discografiche attuali) in tre lingue: Tedesco, Inglese ed Italiano. Sobrio ma molto gradevole il contributo iconografico che rende molto piacevole tutto l’insieme.
In conclusione, si tratta di una produzione discografica che ci ha interessato in modo particolare e che ci presenta un repertorio contemporaneo di un ottimo musicista che merita il successo e la considerazione di cui viene gratificato, il tutto eseguito da un bravissimo e valente organista che abbiamo con piacere « scoperto » in quest’occasione. Ascolto gradevole sia per gli « addetti ai lavori » che per i semplici appassionati di musica organistica; entrambi troveranno in questo disco ampi motivi di soddisfazione. Da acquistare (ed ascoltare) subito.

Federico Borsari
(“La pagina dell’organo – Recensione www.lapaginadellorgano.it »)

Agosto 2021